Palazzi: richieste durissime
B pure al Milan, Juve più giù
Il procuratore federale ha proposto le sanzioni per le squadre coinvolte: bianconeri più in giù della B, rossoneri nella serie cadetta come Lazio e Fiorentina, tutte con punti di penalizzazione
Il procuratore federale Stefano Palazzi. Ansa
ROMA, 4 luglio 2006 - È iniziata all'Olimpico di Roma la terza udienza del maxiprocesso sportivo di primo grado per lo scandalo intercettazioni. Gli imputati per violazione degli articoli 1 e/o 6 del codice di giustizia sportiva sono in totale 30: 26 tra dirigenti, arbitri e guardalinee (Luciano Moggi, Antonio Giraudo, Adriano Galliani, Leonardo Meani, Andrea Della Valle, Diego Della Valle, Sandro Mencucci, Claudio Lotito, Cosimo Maria Ferri, Franco Carraro, Innocenzo Mazzini, Tullio Lanese, Paolo Bergamo, Pierluigi Pairetto, Gennaro Mazzei, Pietro Ingargiola, Paolo Bertini, Massimo De Santis, Paolo Dondarini, Fabrizio Babini, Domenico Messina, Gianluca Paparesta, Gianluca Rocchi, Pasquale Rodomonti, Paolo Tagliavento, Claudio Pugliesi) e 4 le società (Juventus, Milan, Fiorentina e Lazio). Le sentenze della Caf sono previste tra il 7 e il 9 luglio. Toccherà poi alla Corte federale esaminare i ricorsi. Il tutto dovrà concludersi entro il 20 luglio.
Gli aggiornamenti della giornata in tempo reale
12.20 - Cinque anni di inibizione con la richiesta di preclusione da ogni attività legata alla federazione. Questa la pesante richiesta di sanzione formulata dal procuratore federale Stefano Palazzi nei confronti di Massimo De Santis, l'arbitro di Tivoli deferito per illecito sportivo, a cui va aggiunta la multa di 5000 euro per ogni illecito commesso. Stessa richiesta di pena anche per l'ex amministratore delegato della Juventus, Antonio Giraudo, per Luciano Moggi, per il presidente della Lazio, Claudio Lotito, per Andrea e Diego Della Valle. Richiesti invece due anni di inizibizione per Adriano Galliani.
12.10 - Per la Juventus non basta la serie B: la sua condotta e il «sistema» gestito dal suo ex direttore generale Luciano Moggi richiedono infatti una pena superiore. È durissimo il procuratore federale Stefano Palazzi nelle sue richieste di condanna nel corso del processo a Calciopoli. Ecco le richieste del procuratore per le 4 squadre incriminate:
JUVENTUS: esclusione dal campionato di competenza e assegnazione di un campionato di categoria inferiore alla serie B. Alla Juve vanno anche assegnati 6 punti di penalizzazione nel campionato a cui verrà destinata, revocato lo scudetto 2004-05 e non assegnato lo scudetto dell'ultimo campionato.
LAZIO: retrocessione all'ultimo posto in classifica, quindi retrocessione in serie B, e penalizzazione di 15 punti.
FIORENTINA: retrocessione all'ultimo posto in classifica, quindi retrocessione in serie B, e penalizzazione di 15 punti.
MILAN: retrocessione all'ultimo posto in classifica, quindi retrocessione in serie B, e penalizzazione di 3 punti.
12.00 - La Juventus deve essere esclusa dal campionato di competenza ed essere inserita in un campionato di categoria inferiore alla serie B. È la richiesta del procuratore federale Stefano Palazzi che ha chiesto anche l'assegnazione di 6 punti di penalizzazione e la revoca dello scudetto. Milan retrocesso all'ultimo posto della classifica di serie A e quindi retrocessione in serie B con tre punti di penalizzazione. Mano pesantissima anche per Lazio e Fiorentina per le quali è stata richiesta la retrocessione in serie B con 15 punti di penalizzazione.
10.38 - Prima pausa dopo circa un'ora nella terza giornata del processo. Su richiesta del procuratore, la Caf ha sospeso i lavori per permettere all'accusa di riordinare le idee e formulare le richieste. Stefano Palazzi infatti ha già annunciato che concluderà la sua requisitoria con la richiesta delle sanzioni per i 26 deferiti e i 4 club coinvolti nello scandalo.
10.37 - Capitolo Milan nella requisitoria del procuratore federale. Dopo aver parlato delle pressioni sugli arbitri degli altri tre club coinvolti nell'inchiesta, Palazzi parla del club rossonero, coinvolto nello scandalo soprattutto per il ruolo di Leonardo Meani. Il procuratore sgombra il campo da ogni equivoco e smonta quella che è stata la linea difensiva del club rossonero, che ha sempre parlato di Meani come di un collaboratore esterno. "Meani risulta essere dirigente addetto agli arbitri ed era a pieno titolo tesserato della società Milan - ha detto il procuratore - del tutto irrilevanti pertanto le circostanze addotte per ridurre la portata del suo ruolo". Palazzi prosegue dicendo che "Meani intratteneva rapporti telefonici con gli assistenti degli arbitri". Ma Palazzi tira in ballo anche il vicepresidente del club rossonero, Adriano Galliani, che "approvava la condotta di Meani". "Queste condotte poste in essere dal dirigente addetto agli arbitri, in concorso con il suo vicepresidente, integrano sicuramente la violazione dell'articolo 1 del codice di giustizia sportiva, quello sulla lealtà sportiva. Inoltre Meani andò oltre, perchè chiese esplicitamente che gli assistenti in casi dubbi favorissero la società".
10.25 - "Per quanto riguarda il presidente federale Franco Carraro - ha detto il procuratore federale Stefano Palazzi - non c'è dubbio che egli intervenne sui designatori arbitrali, come nella telefonata del 3 febbraio 2005 con Bergamo dove chiese un aiuto in favore della Lazio. Bergamo, inoltre, ha riferito di aver ascoltato in viva voce una telefonata di Lotito a Carraro su questo argomento".
10.23 - "I vantaggi economici che da questo sistema risultavano - ha detto Palazzi - risultano da varie cose, come quello che dice Bergamo alla segretaria della Can (Maria Grazia Fazi; n.d.r.) sulle possidenzw di Pairetto". Il procuratore federale, nella sua relazione d'accusa al maxiprocesso sportivo di primo grado per lo scandalo intercettazioni. ha lanciato strali su tutti. "Il dossier che si cercò di raccogliere sul presidente onorario della Fiorentina, per il quale ci fu un incontro a Torino, la cena che si svolse a casa di Bergamo nella quale si cercò di delineare il futuro del mondo arbitrale, sono tutte prove. In quella cena, naturalmente, si cercò di orientare il futuro nella direzione voluta dal sistema. La società Juventus, poi, in tutti gli atti dei suoi tesserati, ha esplicitato una serie di comportamenti molto precisi, alcuni dei quali mirati a un vero illecito. Il sistema Moggi, inoltre, non era mirato tanto a ottenere vantaggi con decisioni clamorose a favore dei club interessati, ma anzi doveva servire in tutti quei casi dubbi nei quali a maggior ragione il sistema interveniva. Quando il dottor Mazzini, parlando con Lotito, usa la metafora del cane e della lepre, chiarisce al di là di ogni dubbio quali siano i comportamenti dei quali parliamo. Il giudice Ferri ai giudici di Napoli, l'arbitro Paparesta, l'assistente Babini, Manfredi Martino, tutti hanno confermato i particolari di questo sistema, ben organizzato e quasi scientifico, che entrava in funzione già prima della designazione. Nessun dubbio, poi, può sorgere quando Bergamo si lamenta del fatto che la vittoria della Fiorentina all'ultima di campionato potrebbe anche non bastare»
10.20 - Un sistema "sofisticato" in cui si minava alla base uno dei principi fondamentali dello sport: quello della terzietà degli arbitri. Il procuratore federale va dritto al punto della questione che ha scatenato lo scandalo del calcio: i rapporti tra i club, in particolare la Juventus, e i direttori di gara. "La sofisticazione di questo sistema - spiega Palazzi nella sua requisitoria - si desume dall'intervento favorevole degli arbitri soprattutto nei casi dubbi. Questo va valutato in modo particolare. La maliziosità del sistema si evince dal sistema di condizionamento finalizzata a non creare un'evidenza di favori nell'opinione pubblica. Una condotta anche a livello mediatico che lo stesso Moggi portava avanti". Si tratta per l'accusa di "una condotta che configura l'illecito sportivo perchè si tratta di atti che minano il fondamento dello sport". Palazzi parla anche del sorteggio: "Ci sono prove inconfutabili dell'intervento sulle griglie per il sorteggio degli arbitri".
10.10 - L'obiettivo, raggiunto, delle società coinvolte nello scandalo del calcio era quello di ottenere favori arbitrali. Lo sottolinea in un passaggio della sua requisitoria il procuratore federale Stefano Palazzi, prima di affrontare il discorso relativo alla Juventus. "La verà finalità - dice infatti il procuratore - era determinare arbitraggi favorevoli alle società, che di volta di in volta hanno beneficiato di questi favori. In particolare la Juve". Per il procuratore federale i rapporti tra i soggetti finiti sotto accusa non erano all'insegna della goliardia, elemento avanzato da tutti davanti all'ufficio indagini per difendersi. "È assolutamente impossibile un intento goliardico - ha detto Stefano Palazzi - e lo dimostra anche la reiterazione dei rapporti. C'è assoluta veridicità e non goliardia o millanteria delle condotte dei singoli incolpati".
9.59 - Stefano Palazzi ha cominciato la sua requisitoria nell'aula dell'Olimpico davanti alla Caf presieduta da Cesare Ruperto: il procuratore, che veste i panni dell'accusa, ha detto che già oggi formulerà le richieste di sanzioni per i 26 deferiti e i 4 club accusati. Si tratterà, come ha sottolineato Ruperto, di richieste provvisorie che potranno essere modificate nel corso del dibattimento, quando verranno ascoltati tutti i soggetti rinviati a giudizio.
9.55 - Il procuratore federale, Stefano Palazzi, ha chiesto che l'istanza presentata da Scalise sia rigettata, perché le dimissioni di Bergamo, assente in aula, non risultano accettate dalla Federcalcio. Ruperto si è riservato di decidere sulla questione alla prima sospensione dell'udienza. La parola è poi andata a Palazzi per la prevista relazione dell'accusa.
9.48 - Queste le motivazioni del legale di Paolo Bergamo, Gaetano Scalise, per motivare le dimissioni dell'ex designatore: "Questa decisione in parte, absit iniuria verbis, dipende dalla decisione che ha preso lei ieri, quando ha limitato di molto i diritti della difesa, quando tra l'altro ha respinto l'eccezione che noi e altre difese avevamo presentato sull'ammissibilità delle intercettazioni. Crediamo che Paolo Bergamo sia stato sottoposto a una gogna mediatica che va molto al di là di quanto accaduto. Riteniamo che in questo procedimento, come andremo a dimostrare in sede penale, manchi del tutto la prova che Paolo Bergamo abbia in qualunque modo influito o cercato di influire sull'esito delle partite".
9.38 - Paolo Bergamo, ha comunicato il suo difensore Gaetano Scalise, stamattina si è dimesso restituendo la tessera: l'ex designatore arbitrale a questo punto sarà automaticamente precluso da ogni ruolo della Federcalcio. Scalise ha chiesto che Bergamo sia quindi estromesso dal processo.